“Gli studenti hanno ragione a protestare per come si sta attuando l’alternanza scuola-lavoro: politica e società civile devono ascoltare e comprendere i motivi del malessere e migliorare l’offerta formativa. La posta in gioco è troppo alta e richiede l’impegno di tutti per mantenere aperto il dialogo fra il mondo della scuola e quello del lavoro”. Lo ha detto Giorgio Ambrogioni, Presidente CIDA.
“L’alternanza scuola-lavoro – dice Ambrogioni – è un esile ponte lanciato fra due mondi che spesso non dialogano; le cifre sulla disoccupazione giovanile e sulla dispersione scolastica testimoniano il ritardo dell’Italia nei confronti dei nostri partner, e competitor, europei che molto investono nella formazione dei giovani al lavoro, facilitandone l’ingresso. Noi abbiamo fin da subito creduto in questo strumento, pur consapevoli della sua fragilità implicita e degli ostacoli esterni che avrebbe incontrato. E, proprio per questo, ci siamo concentrati su come sostenere questa iniziativa, aiutarla ad affermarsi e a decollare, attraverso interventi strutturali. Come spiega il recente rapporto della Commissione Lavoro del Senato, presieduta da Maurizio Sacconi, su “Quarta rivoluzione industriale e mercato del lavoro”, uno dei maggiori impatti sarà quello relativo ai nuovi fabbisogni di competenze e quindi alla preparazione dei lavoratori. Si tratta quindi di ri-orientare il sistema educativo non tanto verso i contingenti fabbisogni delle imprese, quanto verso la continua impiegabilità in un mercato del lavoro caratterizzato da mutazioni veloci e imprevedibili. La stessa alternanza, o meglio integrazione, tra scuola e lavoro (questa la tesi del Rapporto) deve essere intesa come un metodo pedagogico funzionale ad imparare ad apprendere, ovvero all’allenamento di quella duttilità sempre più richiesta nel mercato del lavoro. Proprio per questo, abbiamo messo a disposizione delle Istituzioni, delle scuole e degli studenti l’esperienza dei manager, dando vita ad una rete di tutor presenti sul territorio, manager che si impegnano in prima persona, a titolo gratuito, ad ‘accompagnare’ gli studenti nei luoghi di lavoro. Grazie all’esperienza ed alla competenza dei manager-tutor si vuole consentire da un lato, agli studenti, di comprendere i valori formativi e di impegno personale del lavoro e dall’altro, alle aziende, di disporre di un potenziale serbatoio di giovani già formati cui attingere. Lo sforzo di CIDA si è tradotto in una serie di protocolli d’intesa, a livello regionale, per dare corpo e struttura al collegamento fra scuole, manager ed imprese. Inoltre, è alla firma del Ministro dell’Istruzione un accordo-quadro generale con la nostra Confederazione per rendere ancora più incisivo il contributo che i manager possono dare all’alternanza scuola-lavoro”.
“Molto, infatti, resta da fare. Occorre, innanzi tutto, allargare la platea dell’offerta, rivolgendosi al mondo delle piccole e medie imprese che costituiscono la ‘spina dorsale’ del nostro sistema industriale. In questa operazione l’esperienza dei manager sarà fondamentale per superare le titubanze dei piccoli imprenditori e le incertezze degli istituti scolastici. E’ in questo senso che va accolta la protesta studentesca, come una richiesta di dare corpo e sostanza ad un’iniziativa valida, ma che non è stata sufficientemente supportata nelle sue prime esperienze.
“Deve essere chiaro, comunque, che indietro non si torna: che questo pur esile collegamento fra scuola e lavoro va rafforzato e fatto meglio conoscere e condividere. L’impegno deve essere di tutti: delle scuole, delle Istituzioni nazionali e locali, delle imprese. I manager lo stanno facendo”, ha concluso Ambrogioni.