L’Emilia Romagna deve continuare ad essere protagonista del mondo produttivo e sociale, nel Paese e in Europa.
Automotive, food e turismo, medicale, componentistica, sono le nostre eccellenze, a dimostrazione che innovazione e tecnologia possono conciliarsi con la cultura e le tradizioni della Regione. Anzi possono arricchirsi reciprocamente. Certo, non è un esercizio facile, ma da chi governerà una Regione complessa e ricca come la nostra ci aspettiamo visione, idee e competenze per svolgerlo con efficacia. Per questa ragione CIDA, la Confederazione sindacale che in Emilia Romagna rappresenta 10.000 iscritti, tra dirigenti e alte professionalità di tutti i settori socio-produttivi, pubblici e privati, raccolti attorno a 11 Federazioni, rivolge un appello ai candidati alla Presidenza della Giunta Regionale e di riflesso ai candidati delle liste dei partiti e delle liste civiche, affinché la prossima legislatura si trasformi in una grande opportunità di ulteriore crescita: chiediamo ai Candidati di esporre le loro idee su alcune ‘questioni aperte’.
Sanità – Cosa fare per:
- Ridurre liste d’attesa per prestazioni diagnostiche e di ricovero;
- Riprogrammare la rete ospedaliera; tutelare e consolidare professionalità e competenze di medici e strutture sanitarie.
Nel primo caso c’è la problematica della progressiva riduzione del numero dei medici, nel secondo le carenze che si riscontrano nei territori montani e disagiati. C’è, inoltre, il problema della rete emergenza-urgenza, con la necessità di adeguarla agli standard previsti nel Dm 70.
Infrastrutture e ambiente – Cosa fare per:
- Migliorare le infrastrutture regionali è essenziale per la Regione, vero ‘snodo’ geografico della viabilità nazionale;
- Sostenere e mettere a sistema imprese e istituzioni che, creando sviluppo e lavoro di qualità, investono in: innovazione dei prodotti/servizi e dei processi produttivi, anche per la riduzione dell’inquinamento e per la salvaguardia ambientale;
- Supportare la ricerca finalizzata alla tutela del patrimonio ambientale, al risparmio energetico, alla produzione di energia da fonti rinnovabili, alla logica del “riuso” (invece che del “rifiuto”), alla creazione di nuove tecniche ed impianti di riciclaggio.
Famiglia – Cosa fare per:
Contrastare il calo demografico, certo uno dei problemi più importanti di fronte ai quali ci troviamo. Non possono mancare progetti di medio-lungo termine finalizzati a ridurre le diseguaglianze, ridurre/eliminare le sacche di povertà, aiutare indigenti e svantaggiati.
Lavoro e impresa – Cosa fare per:
- Agevolare il collegamento scuola-lavoro per “appassionare” i più talentuosi verso imprese sempre più globali e digitalizzate, con un percorso di ‘formazione continua’ che colleghi il mondo della scuola e quello del lavoro e accompagni poi la vita lavorativa dell’individuo;
- Collegare ed armonizzare il “fare impresa” della Regione con l’esigenza di attrarre investimenti internazionali virtuosi e rispettosi del territorio;
- Sostenere le competenze e la loro acquisizione, anche e soprattutto per innalzare il “livello medio” di professionalità;
- Intervenire in tema di sicurezza sul lavoro, soprattutto in termini di contrasto degli infortuni “in itinere”, con una corretta “igiene dei comportamenti” (rispetto ritmi sonno-veglia, guida responsabile, ecc.);
- Impiegare meglio il capitale umano e dare un supporto a PMI e startup verso una ulteriore evoluzione anche, se non soprattutto, manageriale.
Scuola e formazione – Cosa fare per:
- Riorganizzare l’offerta formativa sul territorio, anche alla luce del possibile rafforzamento dell’autonomia differenziata;
- Consolidare e sviluppare le competenze in un quadro coerente con quello europeo, con capacità di veloce reazione alle mutazioni del contesto;
- Integrare l’azione degli attori coinvolti (Scuole, Università, ITS, Enti Locali, Aziende) in una strategia in grado di sostenere la competitività della Regione;
- Investire in edilizia scolastica per superare una situazione emergenziale (ci sono scuole che non hanno la conformità alla normativa antincendio) e dare risposte al tema della sicurezza delle scuole e nelle scuole;
- Trattenere i cosiddetti ‘cervelli in fuga’ e, soprattutto, attivare politiche di ‘attrazione’ nella Regione.
Immigrazione – Cosa fare per:
- Gestire l’immigrazione senza fermarsi all’accoglienza ma, facendo sistema, generando veri sbocchi lavorativi, riducendo l’attuale “diffidenza” ed il conseguente costo sociale;
- Prendere in considerazione l’attivazione di corridoi (esempio del Progewtto UNI.CO.RE) che diano la possibilità a migranti/rifugiati con elevata preparazione media di giungere in Italia e di costituire un possibile serbatoio di acquisizione di lavoratori con potenziale medio/alto o alto.
Pubblico&Privato – Cosa fare per:
- Avere una Pubblica Amministrazione regionale efficiente, competente e trasparente, conscia del proprio ruolo “super partes”, anche nei confronti degli apparati politici e renderla sempre più un fattore essenziale per sviluppo economico e sociale;
- Realizzare una forte interazione tra enti pubblici e strutture private nel turismo: ovvero supportare e promuovere nelle varie province, con vocazione turistica in crescita, esperienze analoghe di collaborazione/interazione fra pubblico e privato;
- Divulgare e far conoscere le ‘eccellenze’ della Regione, a fini della attrattività di investimenti, di competenze e di flussi turistici: in questo campo la comunicazione pubblica riveste un ruolo fondamentale che va rafforzato e reso complementare alla ‘voce’ e alle iniziative dei privati. Un simile investimento non può trascurare il patrimonio storico, architettonico e paesaggistico della Regione