Una riforma fiscale finalizzata a ridurre il carico fiscale sui ceti medi, senza intaccare detrazioni e deduzioni su welfare e previdenza complementare e orientata ad armonizzare i trattamenti fiscali e previdenziali sul lavoro: è quanto emerso durante un incontro fra una delegazione di CIDA, la confederazione dei dirigenti e delle alte professionalità, con la sottosegretaria al ministero dell’Economia, Maria Cecilia Guerra.
“Il cantiere sul fisco voluto dal Governo è in fase di accelerazione – ha detto il presidente di CIDA, Mario Mantovani – e il confronto con la sottosegretaria Guerra è stato molto utile per conoscere gli orientamenti del Governo e portare le nostre istanze e proposte nella sede più idonea.
“I tecnici del ministero stanno lavorando ad una riforma dell’IRPEF che modificherà l’attuale ‘curva’ per renderla più progressiva ed evitare sbalzi eccessivi fra uno scaglione e l’altro. In particolare, si dovrebbe intervenire sul terzo scaglione IRPEF, da 28.000 a 55.000 euro di imponibile, in quanto si caratterizza per un salto di aliquota marginale molto significativo. Sullo sfondo resta il riferimento al ‘modello tedesco’ ma come CIDA, pur condividendone i principi, non crediamo sia una panacea per il fisco di casa nostra.
“Il Governo sta anche lavorando allo sfoltimento e alla razionalizzazione delle agevolazioni fiscali, ma al momento non sono in discussione le detrazioni e le deduzioni relative al welfare, tanto meno quelle per la previdenza integrativa. Durante l’incontro con la sottosegretaria – ha aggiunto il presidente di CIDA – abbiamo difeso il valore di sussidiarietà di questo modello e che ci auguriamo che i nostri argomenti vengano recepiti. Altro tema di discussione, e sul quale abbiamo registrato una certa sintonia, è quello relativo all’armonizzazione dei trattamenti fiscali e previdenziali relativi al lavoro, superando la rigida dicotonomia fra lavoro dipendente e quello autonomo ispirandosi, invece, ad un concetto più evoluto di ‘lavoro organizzato’, che consente anche di superare flat tax e regimi fiscali speciali.
“Sempre in tema di lavoro ci siamo confrontati sull’argomento, di grande attualità, dello smart working che, dopo la crescita incontrollata dovuta all’emergenza pandemica, va necessariamente regolato, con garanzie e tutele, contro le ipotesi di marginalizzazione del lavoro a distanza (specialmente femminile) e di derive verso forme di cottimo.
“L’urgente realizzazione di una riforma della fiscalità e in particolare delle aliquote e degli scaglioni IRPEF, deve andare nel segno della semplificazione e della giusta progressività, del trattamento omogeneo per tutti i redditi da lavoro, della riduzione dei troppi regimi speciali, per rendere il sistema più efficiente, equo e coerente con i principi di solidarietà e uguaglianza”, ha concluso Mantovani.