“Ben vengano risparmi e tagli alle spese nella Pubblica Amministrazione, ma senza dimenticare che l’obiettivo finale deve essere quello di aumentarne l’efficienza e di migliorare la qualità dei servizi destinati ai cittadini”: è quanto afferma Giorgio Ambrogioni, presidente di Cida, la confederazione dei dirigenti e quadri pubblici e privati. Se l’azione della spending review dal 2014 ad oggi ha consentito di ‘risparmiare’ 30 miliardi di euro, come emerge dalla relazione del commissario Yoram Gutgeld, vuol dire che il principio stesso della revisione della spesa pubblica è assolutamente necessario e va perseguito. Guai ad abbassare la guardia soprattutto in vista di una stagione elettorale che potrebbe essere lunga. Occorre inoltre analizzare in dettaglio i dati contenuti nella relazione per non cadere in facili entusiasmi. Ci riferiamo – ha aggiunto Ambrogioni – ai risparmi derivanti dal costo del personale, con il blocco del turnover: nel periodo considerato oltre il 90% della spesa corrente ‘aggredibile’, per usare la terminologia della Relazione, risulta composta dal costo del personale e dagli acquisti di beni e servizi. Per contenere il costo del personale, lo strumento utilizzato è stato il blocco del turnover differenziato per diverse funzioni. La misura ha prodotto nel triennio 2013-2016 una riduzione degli organici della pubblica amministrazione, al netto della scuola, di circa 84mila unita’. Tale variazione, pari al 3,8% degli organici, sempre al netto della scuola, ha toccato la punta di quasi il 7% per i soli ministeri. Forse nei ministeri c’era troppo personale, ma certamente il blocco del turnover non consente di distinguere fra funzioni esercitate, o di valutare la qualità del dipendente e/o del funzionario, né mette sul piatto della bilancia le competenze, la professionalità, il raggiungimento degli obiettivi. Bene ha fatto il premier Gentiloni a ribadire che l’azione del Governo non è finalizzata soltanto alla ricerca degli sprechi, ma di sacche di inefficienza che vanno migliorate.
“Da parte nostra, come Cida, abbiamo preparato un articolato progetto di riforma della pubblica amministrazione che ha come ‘stella Polare’ proprio il raggiungimento di elevati livelli di efficienza. Raggiungibili attraverso una costante qualificazione professionale del personale, in particolare di quello dirigente cui spetta il compito di attuare gli indirizzi politici del Governo producendo atti amministrativi trasparenti, efficaci e performanti. Per far questo – ha concluso il presidente di Cida – il nostro progetto di riforma della P.A. inserisce criteri di valutazione del lavoro della dirigenza mutuati dal mercato, alla stessa stregua del management privato. Questa è la grande sfida che Cida raccoglie e rilancia a Governo ed Istituzioni affinché la stagione dei tagli tout court lasci il posto alla stagione del riconoscimento del merito”.