“Dall’assedio si esce non costruendo nuovi e più alti muri, ma abbattendo quelli esistenti, eretti con lo spirito del sospetto e della mancanza di fiducia”: così Giorgio Ambrogioni, Presidente CIDA commenta l’intervento di Sabino Cassese sulla crisi della dirigenza pubblica (sul Corriere della Sera).
“Ha ragione Cassese nel denunciare la situazione in cui si trovano oggi ad operare i dirigenti pubblici, stretti fra una iper-regolazione normativa ed una asfissiante rete di controlli che ne determinano, di fatto, una dequalificazione, facendo prevalere la tendenza a preferire il rigido rispetto delle procedure invece di puntare ad una corretta gestione della ‘res publica’. Il risultato, sotto gli occhi di tutti, è una pubblica amministrazione bloccata, con una dirigenza timorosa di prendere decisioni e, col tempo, rannicchiatasi sulla sterile difesa dello statu quo. Una situazione che finisce con il condizionare tutta la complessa macchina statale, rallentando appalti, impedendo procedure di pagamento. Di fatto paralizzando l’intera pubblica amministrazione in tutti i suoi gangli vitali.
Con lo spoil system, poi, si è passati in Italia dalla vecchia e intollerabile figura del dirigente inamovibile e schiavo delle norme, a una nuova figura di dirigente precario, ostaggio della politica e impossibilitato a muoversi in senso manageriale con la necessaria autonomia gestionale.
Noi crediamo invece che la stella polare del ‘buon andamento’ della pubblica amministrazione debba sposarsi con il principio dell’’imparzialità’, ugualmente enunciato dall’articolo 97 della Costituzione, anch’esso un bene prezioso che pone tutti i cittadini e le imprese su uno stesso piano nei rapporti con le pubbliche amministrazioni.
E, ancora più importante, occorre insistere sul concetto che la managerialità e l’imparzialità dei dirigenti pubblici va promossa mediante idonei processi di valutazione. La valutazione è stata relegata per vent’anni a livello della sola enunciazione legislativa e degli annunci giornalistici. Invece, solo l’introduzione di seri processi di valutazione dei risultati conseguiti dalle diverse pubbliche amministrazioni e, in parallelo, dell’azione all’uopo posta in essere dai dirigenti potrà consentire una svolta alla pubblica amministrazione italiana. Fanno così tutte le amministrazioni pubbliche dei paesi occidentali avanzati e non si comprendono i motivi per i quali non si debba fare così anche in Italia”, ha concluso Ambrogioni.