“Un segnale positivo per le aziende, per il futuro delle relazioni industriali e per la competitività della nostra economia; ma anche un messaggio alla politica per dimostrare che solo la via del dialogo e del confronto porta a risultati concreti e condivisi”: così Giorgio Ambrogioni, Presidente CIDA, commenta l’accordo raggiunto nella notte fra Confindustria e Cgil-Cisl-Uil sul nuovo modello contrattuale.
“L’intesa siglata da Confindustria e i tre sindacati confederali – afferma Ambrogioni – presenta numerosi aspetti tecnici positivi: dal riconoscimento dell’efficacia della contrattazione aziendale e territoriale, in aggiunta a quella nazionale, all’affermazione del welfare aziendale come elemento in grado di elevare gli standard qualitativi del modello contrattuale. Ma sono gli aspetti ‘politici’ dell’accordo che meritano di essere enfatizzati. Il metodo del dialogo e del confronto civile innanzi tutto. Anche con momenti di contrasto e al limite della rottura, il dialogo fra le parti sociali è andato avanti nell’interesse delle parti rappresentate, imprese e lavoratori, ma anche di quello generale del sistema-Paese, visto che un modello moderno ed efficace di relazioni industriali, rappresenta la premessa per aumentare la competitività del nostro sistema produttivo.
“E’ un segnale indirizzato ai partiti – prosegue il Presidente CIDA – che danno troppo spesso un’immagine della politica rissosa, a volte sguaiata, che determina un senso di rifiuto e ripulsa nella società. Un segnale che arriva a pochi giorni dall’appuntamento elettorale e che rimette al centro del dibattito politico i temi concreti della crescita del sistema produttivo, della tutela del lavoro e del riconoscimento dei diritti e del merito.
“Anche il rinnovato valore che si attribuisce al principio della rappresentanza nell’ambito dell’accordo Confindustria-sindacati, va in questa direzione. Perché ristabilisce la regola fondante dei sistemi democratici e la declina nel mondo del lavoro, facendo pulizia dei troppi contratti ‘fantasma’, siglati da improbabili associazioni assai poco rappresentative. La responsabilità di firmare contratti, di tutelare e agire per conto di interessi generali, viene quindi riportata nelle sedi e nei soggetti competenti che non si sottraggono al diritto-dovere di ‘contarsi’. Un concetto questo – conclude Ambrogioni – che la nuova consiliatura del Cnel ha fatto proprio e che consentirà di realizzare un testo organico e funzionale su come calcolare e valutare la rappresentanza dei corpi intermedi”.