Si è tenuto in CIDA, in occasione del Consiglio dei Presidenti, un incontro a tutto campo con il Vice Ministro per l’Economia, Enrico Morando. Si è trattato di un incontro vivace e molto partecipato, che ha permesso di fare il punto sulla più stretta attualità.
Morando ha sottolineato la linea di coerenza che caratterizza la politica economica del Governo, in una fase certamente delicata del contesto internazionale. “Vi sono fattori di instabilità che non possiamo nascondere – ha spiegato – e che tutti conosciamo. Il basso prezzo del petrolio e il rallentamento delle economie emergenti stanno, infatti, creando difficoltà a tutto il mondo Occidentale. La ripresa è lenta e gli indici di disoccupazione ancora troppo alti. Malgrado questo la strada che l’Esecutivo ha imboccato è quella giusta. Nostro obiettivo è quello di aiutare il Paese a tornare a crescere in modo apprezzabile e duraturo. Per questo occorre rimuovere i tanti fattori frenanti dello sviluppo a cominciare dalla pressione fiscale, che toglie fiato alle imprese. La riforma del mercato del lavoro è un punto molto importante della nuova stagione che si è aperta, perché ha contribuito con le misure del Jobs act e una intelligente politica di incentivi a stabilizzare molti lavoratori, rimettendo al centro del sistema il contratto a tempo indeterminato. Per il futuro occorrerà passare ad interventi mirati sugli oneri contributivi, sempre nella direzione di diminuire la pressione fiscale sul lavoro e le imprese.
Molto c’è ancora da fare e Morando non ha certo nascosto le tante questioni aperte. La riforma della giustizia è tra i fattori di competitività quello che funziona meno. In Italia presenta, infatti, i costi più alti d’Europa e i rendimenti, in termini di efficienza più bassi. Altro aspetto cruciale: nell’economia della conoscenza, senza un rafforzamento degli investimenti nella formazione del capitale umano non potrà esserci futuro. Vuol dire che una volta varato con successo il decreto sulla “Buona Scuola” bisognerà mettere mano all’Università e alla Ricerca, migliorando il collegamento con le imprese, che vanno aiutate a introdurre una componente manageriale al loro interno, al fine di migliorarne la capacità competitiva e quindi la possibilità di reggere alla dinamica di un mercato globalizzato”. Per rendere più competitivo il nostro tessuto industriale, servirà anche una riforma del modello contrattuale, che tenga conto dei territori e delle reti di impresa, senza sminuire l’importanza dei Corpi Intermedi, che con responsabilità dovranno saper coniugare la difesa degli interessi legittimi, con le logiche dell’innovazione e dello sviluppo.
“Sulla vicenda delle banche, che sta tenendo scacco la tenuta del sistema – ha aggiunto il rappresentante dell’Esecutivo – si avverte l’esigenza di un’iniziativa di respiro europeo che possa portare ad una reale unione bancaria. In Europa non serve battere i pugni, bisogna far pesare la propria credibilità, che vuol dire stabilità politica e chiarezza di idee. Fuori dall’Europa, inutile farsi illudere dalle sirene demagogiche, non ci può essere futuro”.
Con riferimento al tema della competitività e dell’internazionalizzazione delle nostre imprese il Vice Ministro ha condiviso le valutazioni della Presidenza CIDA, ed ha puntualizzato l’importanza di promuovere ed incentivare la presenza di manager nelle nostre PMI. A questo fine si è detto disponibile ad affrontare nei prossimi giorni il tema del rifinanziamento dell’art.20 della legge 266 del 97. “Faccio appello alla dirigenza pubblica e privata – ha concluso – perché si faccia interprete a tutti i livelli di questa indispensabile esigenza di cambiamento politico sociale ed istituzionale. Un cambiamento che parte dalla valorizzazione del merito e delle competenze”.