Quando sarà riconosciuto anche ai ricercatori italiani lo ius soli? Cioè il diritto di rimanere in Italia e di essere in grado di contribuire in modo importante allo sviluppo del Paese? Quando smetteremo di perdere il capitale investito per formarli, e di regalare ad altri Paesi i futuri ricavi legati al progresso scientifico nell’ambito, soprattutto, della ricerca traslazionale? Esiste in Italia un politico lungimirante che sia in grado di capire cosa significa la ricerca per un Paese che crede di appartenere alle economie avanzate?