“Il Governo ha annunciato di voler intervenire, nei prossimi mesi, sulle pensioni, sul fisco e sull’assistenza: sarebbe un errore farlo separatamente, invece di impostare una manovra coerente e condivisa con le parti sociali che affronti insieme questi tre fondamentali aspetti della spesa pubblica nazionale”: è quanto afferma Giorgio Ambrogioni, Presidente CIDA.
“Condividiamo l’analisi formulata dall’economista Nicola Rossi sulle pagine delle Corriere di Sera, relativa alla necessità di un’operazione che agisca insieme, su pensioni, fisco ed assistenza. Eventuali interventi spot, infatti, finirebbero con l’infrangersi contro gli ostacoli delle risorse insufficienti e dell’equilibrio fra i tre fattori, veri ‘vasi comunicanti’ nel complicato aggregato della spesa pubblica italiana. Inoltre, se il Governo riuscisse a varare un adeguata ‘cabina di regia’ su argomenti così complessi, avrebbe una carta in più da giocarsi a Bruxelles e, soprattutto, metterebbe fine ai continui allarmi suscitati su intere categorie sociali dalle incontrollate notizie su tagli alle pensioni, nuovi prelievi fiscali e incertezze sull’attuale sistema di welfare.
“Non entriamo nel merito, per ora, su quale sia la ricetta migliore per formulare una manovra di politica economica che sia in grado di rendere concreto il famoso ‘cambiamento’ che il Governo si è impegnato ad attuare – ha continuato il Presidente CIDA – ma crediamo sia giunto il momento di aprire un confronto serio e responsabile. Sono certo il Paese disponga delle competenze necessarie ad operare un simile salto di qualità, ma certamente questo sarà possibile solo se scaturirà dal confronto delle idee e dalla condivisione delle soluzioni possibili.
“Il sistema previdenziale ha bisogno di una profonda revisione per superare diseguaglianze e impedire pericolose fughe in avanti demagogiche e penalizzanti. La macchina fiscale va messa nelle condizioni di aggredire evasione ed elusione non più tollerabili. L’assistenza va calata in una realtà in cui l’attuale sistema di welfare State mostra un evidente inadeguatezza, ma senza una valida alternativa che tuteli i ceti meno abbienti.
“Ci permettiamo di suggerire al ministro del Lavoro una tempestiva apertura di un tavolo di confronto e di dialogo con le parti sociali per unire gli sforzi verso un comune obiettivo che consenta di superare l’attuale situazione bloccata, caratterizzata da un’inutile ‘guerra’ fra classi sociali che alimenta odio e rancore.
“Noi, come parte della classe dirigente del Paese, siamo pronti a fornire proposte, a dialogare per individuare soluzioni praticabili e a farci carico della nostra parte di sacrifici se saranno utili a scrivere una nuova pagina dei rapporti economici del Paese”, ha concluso Ambrogioni.