CIDA e le sue Federazioni si propongono come interlocutori e parti attive nella gestione e nell’attuazione del programma NextGenerationEU, sia per valorizzare la cultura manageriale di cui sono portatori, sia per evitare il rischio, concreto, di una governance complicata e poco chiara. E’ quanto scrive Mario Mantovani, presidente di CIDA, in una lettera-appello inviata al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
“Abbiamo appreso dai media della Sua volontà di affrontarne gli aspetti di governance e di organizzazione: in tutti gli incontri e documenti trasmessi al Governo e al Parlamento nei mesi scorsi abbiamo evidenziato l’assoluta rilevanza delle scelte in questo ambito, dalle quali deriveranno in larga parte successi e insuccessi. Nel nostro ultimo incontro, risalente agli Stati Generali, ho avuto modo di portare questa priorità alla Sua attenzione. Oltre alla comprensibile insoddisfazione per non essere stati consultati al proposito, vorrei esprimere alcune preoccupazioni riguardo le ipotesi che circolano a mezzo stampa. Come già avvenuto alcuni mesi fa, l’inserimento di profili manageriali, anche di grande valore, in un contesto di governance poco lineare, con scarsa chiarezza dei ruoli e delle aspettative, rischia di renderne inutile il contributo e, nel peggiore dei casi, compromettere i risultati del Piano e instaurare un clima di sfiducia”.
“La chiara distinzione tra gli organi politici esecutivi e legislativi, tra le strutture di gestione progettuale centrali e locali, tra le competenze tecniche delle Pubbliche Amministrazioni e quelle private, nonché una precisa definizione dei modelli di partnership pubblico-privato, sono elementi fondamentali per l’efficace gestione del Programma più ambizioso mai varato nel nostro Paese”, spiega il presidente di CIDA.
“La necessità di attivare una struttura professionale di Program management non può giustificare una sovrapposizione con gli Organi Costituzionali; la necessità di assumere decisioni complesse in tempi rapidi deve ispirare una profonda revisione delle norme che le ostacolano e non una sorta di ‘sospensione’, che sarebbe destinata a protrarsi per molti anni, lasciando irrisolti i nodi che bloccano il nostro Paese”.
“Dalle Sue dichiarazioni traspare l’urgenza di ricorrere in modo consistente alle professionalità manageriali e tecniche del Paese: naturalmente la condivido e mi permetto di ricordarLe che CIDA da più di 70 anni rappresenta oltre 300mila dirigenti in Italia, nel pubblico e nel privato, nel manifatturiero, nel terziario, nel mondo assicurativo e poi nella scuola, sanità, agricoltura, ricerca e università, terzo settore. Il raccordo con CIDA potrà consentire al suo Governo di accedere e organizzare in modo efficace la selezione e i contributi professionali dei manager pubblici e privati, a vario titolo direttamente impegnati o coinvolti nel Programma.
Le chiedo quindi di avviare un’interlocuzione diretta su questi temi, coerente con il nostro ruolo di parte sociale, ma soprattutto con il supporto concreto che potremmo portare”, conclude Mantovani.