Un Comitato di gestione ministeriale, di cui facciano parte i titolari dei dicasteri maggiormente coinvolti nel Programma nazionale di ripresa e resilienza, come il Cipe, ciascuno affiancato da un manager di grande esperienza (un Program Manager), riconducibile alla Segreteria Tecnica del Ministero stesso: in questo perimetro va inserito un confronto costante e strutturato con le parti sociali. E’ questa la formula per consentire l’ottimale utilizzo delle risorse previste dal Recovery Plan, secondo Mario Mantovani, il presidente di CIDA, la confederazione dei dirigenti pubblici e privati e delle alte professionalità, espressa durante un’audizione presso la Commissione lavoro della Camera.
“L’obiettivo di trasformazione del nostro Paese non può essere conseguito come sola somma dei risultati di singoli progetti, ma richiede il contributo di veri esperti di gestione del cambiamento e l’applicazione delle migliori ‘best practice’ disponibili nel panorama mondiale. La struttura operativa che ne deriva – ha spiegato Mantovani – deve essere rappresentata dall’intero Governo nella sua collegialità, nell’ambito di un chiaro mandato parlamentare. Il Parlamento, infatti, è un elemento imprescindibile di legittimità del Programma, necessario anche per generare intorno a esso la massima coesione e convergenza possibile nel Paese. Parallelamente occorre sviluppare un quadro degli interventi normativi che si renderanno necessari per l’efficace esecuzione del Pnrr.”.
Il presidente di CIDA ha poi insistito sulla necessità di irrobustire i contenuti del Piano, in particolare sulla governance e sull’acquisizione delle competenze manageriali e professionali necessarie a dargli corpo: “In tale contesto, l’incarico di formare il nuovo Governo affidato ad una personalità di grande spessore qual è l’ex presidente della Bce, Mario Draghi, corrisponde perfettamente all’esigenza più volte sollevata da CIDA che per affrontare la crisi economica, sociale e sanitaria che abbiamo di fronte, va scelto chi ha dimostrato di possedere le necessarie capacità di leadership e le competenze per un compito che ha una valenza ‘epocale’. Il Next Generation EU, infatti, deve essere l’occasione per far recuperare all’Italia i ritardi accumulati in termini di produttività, benessere collettivo, occasioni per le nuove generazioni. In questo orizzonte la recente distinzione fatta da Mario Draghi fra ‘debito buono’ e ‘debito cattivo’ coglie l’aspetto centrale del Pnrr, quello della crescita sostenibile e dello sviluppo del sistema-Paese senza cadere nell’illusione di interventi frammentati e dispersivi.
“Per dare corpo a questo progetto, secondo CIDA, occorre reclutare, organizzare, formare le competenze manageriali e tecniche fondamentali, mettendole a disposizione delle Pubbliche Amministrazioni centrali e locali impegnate nei progetti, le quali non dispongono internamente delle professionalità adeguate e non sono numericamente sufficienti per un simile impegno. A tale scopo occorre preliminarmente ridisegnare le organizzazioni pubbliche sulla base di moderni principi e dell’utilizzo di strumenti digitali, successivamente selezionare le figure professionali necessarie, identificando i percorsi di crescita.
“Ma non basta intervenire sul livello centrale della pubblica amministrazione: le principali carenze e difficoltà di gestione dei progetti si sono manifestate nelle fasi demandate agli Enti locali, spesso privi delle necessarie risorse umane e tecnologiche per operare con efficacia. Occorre perciò prevedere un team di supporto dedicato presso il Dipartimento della Funzione Pubblica, in grado di affiancare le Amministrazioni nei compiti di programmazione e di reperire le risorse necessarie a svolgere efficacemente i ruoli ad esse demandati. Stiamo parlando di almeno un migliaio di figure manageriali attive sul territorio nazionale con compiti operativi, in grado di prendere decisioni, assumendosene la responsabilità, in un quadro di certezza giuridica e di snellimento burocratico.
“Una proposta ‘manageriale’ di gestione del Recovery fund, infatti, non può trascurare gli aspetti normativi, finalizzati anche a recuperare il tempo perduto nella vana attesa di task force calate dall’alto, con capacità taumaturgiche. Pensiamo alla revisione delle norme relative ai concorsi pubblici, per intervenire sulla qualità del processo di reclutamento e sui tempi di esecuzione e per definire Centrali d’acquisto e appalto dotate di competenze amministrative e tecniche per le principali tipologie.
“Il nostro è sempre stato un approccio costruttivo alla soluzione di problemi complessi, senza la presunzione di volerci sostituire al decisore politico. CIDA rappresenta i manager pubblici e privati, uomini e donne che operano con professionalità e competenza nelle fabbriche, nel terziario, nelle pubbliche amministrazioni, nelle scuole, negli ospedali, nelle assicurazioni, nelle università, nella ricerca scientifica, nell’agricoltura, nel terzo settore. Abbiamo ritenuto doveroso far sentire la loro voce in un momento di grande difficoltà della Nazione e in cui si manifesta la concreta possibilità di poterla superare, sciogliendo, ad un tempo, i nodi strutturali che soffocano il nostro sistema economico. Abbiamo partecipato agli Stati generali dell’economia, abbiamo avanzato proposte concrete e le abbiamo messe a disposizione del Governo precedente, ricevendo soltanto garbati ringraziamenti: nessun reale confronto sui contenuti, sui tempi, sulle modalità di coinvolgimento. Ora siamo convinti che un nuovo Governo possa comprendere la necessità di applicare un modello manageriale al Piano nazionale di ripresa e resilienza, come mezzo per una più profonda e durevole stagione di riforme. Quando la politica riesce a esprimere la fiducia nelle forze più competenti presenti nel Paese e a confrontarsi realmente con le Parti Sociali può celebrare una vittoria, non parlare di sconfitta”, ha concluso Mantovani.