Investimenti pubblici, crescita dell’occupazione e dei consumi, pace fiscale e parziale ingresso della flat tax: in sintesi la manovra economica del Governo si gioca su questi tavoli. Ma per conseguire l’obiettivo di aumento del Pil garantito a Bruxelles, occorrono competenze, professionalità e un impegno costante nell’uso delle leve macroeconomiche: è quanto afferma Giorgio Ambrogioni, Presidente CIDA commentando la nota di aggiornamento del Def.
“Come manager non possiamo che essere ottimisti nell’analisi del documento programmatico del Governo, e verificarne con realismo i modi e gli strumenti per raggiungere il massimo degli impegni prefissati. Possiamo e dobbiamo denunciarne carenze e debolezze, ma non riteniamo utili polemiche strumentalizzabili o atteggiamenti disfattisti.
“Nella nota di aggiornamento del Def, si ritiene che la macchina degli investimenti pubblici possa ripartire in fretta grazie alle semplificazioni procedurali e a un supporto centrale (la Cabina di regia, un po’ abusata) in grado di compensare la debolezza progettuale di una pubblica amministrazione che ha visto negli anni il progressivo deteriorarsi delle proprie competenze. Una perdita di professionalità da noi ripetutamente denunciata e contro la quale abbiamo suggerito soluzioni e proposto collaborazioni, finite nei cassetti. Ma se veramente si vuole riportare a regime la macchina progettuale dello Stato-costruttore, si deve per forza dare ruolo e peso a quadri e dirigenti della pubblica amministrazione: cioè il contrario di quanto si è fatto negli ultimi anni, vissuti sull’onda di una balbettante privatizzazione della P.A.
“Altro snodo fondamentale del Def è quello relativo alla massiccia redistribuzione e trasferimento del reddito prevista con le pensioni a quota 100 e, soprattutto, con le pensioni e il reddito di cittadinanza, che dovrebbero determinare uno scossone sul mercato del lavoro e incentivare nuova occupazione. L’effetto moltiplicatore del Pil, in questo caso, verrebbe dalla spinta dei consumi e dalla maggiore domanda interna. Tecnicamente l’operazione agisce con minor potenza nella risalita del Pil rispetto agli investimenti, ma il problema vero è a monte, cioè sull’efficacia concreta che tali strumenti hanno sull’occupazione. Chi vive nelle aziende, nelle scuole, negli ospedali, nella pubblica amministrazione sa che le carenze di personale sono reali e che riaprire i canali di ingresso di nuove forze di lavoro è strategico per ridare impulso alla produttività. Tuttavia il lavoro e i lavoratori che servono, in questa fase, sono quelli qualificati, già formati, in grado di dare un valore aggiunto laddove verranno assunti. Ecco perché occorre intervenire sul meccanismo dei Centri per l’impiego previsti dalle nuove norme se non si vuole rischiare che il meccanismo si inceppi sul nascere.
“Per quanto riguarda il fisco, ci limitiamo a ricordare che CIDA ha avanzato in tempi non sospetti proposte concrete per l’introduzione di una vera flat tax con annesso meccanismo di sostegno alle fasce sociali più indigenti. Per ora c’è solo un pallido accenno a tutto ciò, ma possiamo dire che la direzione è quella giusta”, ha concluso Ambrogioni.