“Nessuno mette in dubbio le capacità del ministro dell’Economia nel percorrere un ‘sentiero stretto’ fra contenimento del disavanzo e stimolo alla crescita, ma se i tagli alla spesa pubblica si traducono in un peggioramento dei servizi resi alla collettività, la conclusione di questa manovra sarà quella ridurre la qualità della vita”: lo ha detto Giorgio Ambrogioni, Presidente CIDA, commentando le audizioni sulla nota di aggiornamento al Def, svoltesi al Senato.
“Il Ministro Padoan ha giustamente riconosciuto i meriti dell’azione riformatrice del Governo in termini di maggior crescita e di recupero dei livelli di occupazione. Ed ha rivendicato la bontà dell’azione di politica economica che ha mantenuto alta l’attenzione sul debito senza tralasciare gli interventi a sostegno della produttività, come è il caso di Industria 4.0.
Condivisibile – ha aggiunto Ambrogioni – è anche l’impegno, per il futuro prossimo, a fare di più per il lavoro, ad incentivare maggiormente gli investimenti privati e pubblici, a proseguire nella semplificazione della pubblica amministrazione e del fisco.
“Ci preme però sottolineare e condividere i rilievi posti dalla Corte dei Conti nel corso della sua audizione, che ha lanciato l’allarme sui rischi impliciti in una spending review fatta di tagli lineari o, comunque, non selettivi e ‘mirati’. Ovvero, una spending review finalizzata a ridurre i livelli di spesa piuttosto che a ricercare maggiore efficienza. Questo ha comportato una caduta degli investimenti pubblici e una compressione delle risorse assegnate a settori quali ricerca, istruzione, trasporti, determinando il sacrificio di interi comparti (sanità, scuola, formazione, ecc.) e difficoltà crescenti nell’offerta dei servizi alla collettività, con una riduzione significativa della qualità delle prestazioni. Un allarme che come CIDA condividiamo pienamente visto che i manager delle categorie che rappresentiamo nella scuola, nella sanità, nella pubblica amministrazione, testimoniano quotidianamente lo sforzo di svolgere un lavoro qualificato e qualificante di fronte ad una continua, progressiva, compressione delle risorse disponibili. Un concetto che vale per l’oggi e, soprattutto per il domani: scuola e formazione professionale sono i settori dove puntare competenze ed investimenti per costruire un futuro alle nuove generazioni ed al Paese. Occorre, come ha indicato oggi la Corte dei Conti, razionalizzare la spesa pubblica per liberare risorse in grado di riqualificarla: sostenendo progetti di investimento, puntando su un efficientamento della pubblica amministrazione, realizzando sistemi e livelli di istruzione e formazione all’altezza dei nostri partner, nonché sostenendo con politiche attive del lavoro la ricerca di occupazione dei giovani. Un percorso che non può escludere misure di contenimento del perimetro dell’intervento pubblico, con un più esteso ricorso a una diversificazione negli accessi alle prestazioni. Su questi punti CIDA ha elaborato progetti ed iniziative che è pronta a condividere con quelle forze politiche e sociali cui stia a cuore un ‘sentiero stretto’ da percorrere con occhi aperti e idee chiare.
“Sul fronte delle pensioni, infine, i richiami fatti dalla stessa Corte dei Conti e dalla Banca d’Italia, invitano a ‘non tornare indietro’ sulla strada delle riforme, per non mettere in pericolo l’equilibrio dei conti pubblici. Ovviamente la sostenibilità delle finanze dello Stato sta a cuore a tutti, così come quello della spesa previdenziale. Ci limitiamo a mantenere ferma la convinzione che i diritti acquisiti restino tali, che per chi ha versato contributi ‘pesanti’ durante la vita lavorativa, sia giusto ricevere un adeguato corrispettivo una volta in pensione e che sulle aspettative di vita, cui agganciare l’età pensionabile, occorre molta prudenza e attendere i dati ufficiali”, ha concluso Ambrogioni.