“Il discorso programmatico del premier Conte alla Camera è certamente convincente per quando riguarda l’importanza data alla scuola ed alla valorizzazione, anche economica, del corpo docente. Così come va apprezzata la difesa della sanità pubblica, anche attraverso l’assunzione di medici e infermieri adeguatamente formati. Condividiamo soprattutto la parte relativa alla necessità di attuare una robusta ‘manutenzione’ del sistema-Paese, intervenendo sulle reti infrastrutturali, materiali ed immateriali. Uno sforzo di medio-lungo termine capace anche di innescare un ciclo virtuoso di investimenti e di collaborazione pubblico-privato nella ricerca, nell’innovazione, nelle università”. Lo ha detto Mario Mantovani, presidente di CIDA, commentando l’intervento del Presidente del Consiglio a Montecitorio.
“Fermo restando che saranno i fatti a consentire di esprimere un giudizio concreto e più articolato sul nuovo Esecutivo, nel discorso programmatico di Conte non sono mancate indicazioni importanti sulla strada che vuole percorrere. La sfida competitiva che attende il nostro sistema produttivo, tutto incentrato sulle piccole e medie imprese – ha aggiunto il presidente di CIDA – appare chiara nelle parole di Conte. E alcune delle linee di azione accennate sono condivisibili. Ad esempio, l’impegno ad agevolare l’internazionalizzazione delle imprese, ad incoraggiarne la crescita dimensionale, a puntare su una competitività basata sulla qualità del lavoro, piuttosto che sul suo basso costo.
“Tralasciando, per ora, il capitolo dedicato alla politica fiscale, in vista di riscontrare in termini concreti come il Governo affronterà l’evasione e l’elusione fiscale, e in attesa di vedere come evolverà il confronto con l’Unione europea, forte dei nuovi rapporti con la Commissione Ue, riscontriamo che alcuni punti programmatici del Governo Conte possono manifestare una certa predilezione per l’intervento pubblico in economia. Un aspetto certamente non trascurabile per imprimere accelerazione ad un’economia depressa, ma che racchiude i germi di una politica assistenziale che riteniamo comunque dannosa. Auspicare la creazione di una banca pubblica per gli investimenti nel Mezzogiorno, ad esempio, richiama alla mente scelte politiche simili e rivelatesi inconcludenti se non dannose. “Esporremo queste nostre valutazioni nei tavoli di confronto istituzionale che, ci auguriamo, il Governo riconvochi celermente in vista della legge di bilancio. Sarà quella l’occasione per confermare le azioni coraggiose da intraprendere su lavoro, industria, fisco, pubblica amministrazione e dissipare i dubbi sulle possibili ‘tentazioni’ assistenziali”, ha concluso Mantovani.