“Le parole del Papa sul lavoro sono pienamente condivisibili e meritano un’attenta riflessione per evitare letture superficiali o banali e fuorvianti strumentalizzazioni”: lo ha detto Giorgio Ambrogioni, Presidente CIDA. “Il discorso di Papa Francesco in occasione dell’udienza con i delegati Cisl, trae ampiamente spunto dalla dottrina dell’economia sociale di mercato che è molto vicina alla cultura manageriale. Ridurre questo approccio universale sui temi del lavoro e della persona nella sua interezza, ad una reprimenda sulle pensioni d’oro è fuorviante e rischia di vanificarne il senso. Il Papa, crediamo, ha voluto incardinare le leggi della domanda e dell’offerta del lavoro ai principi più alti e inderogabili della solidarietà, del rispetto, della carità. La redistribuzione della ricchezza in senso più equo è tema troppo importante per poter essere svilito in una tabellina dei ‘paperoni’ pensionati.
Ancora una volta CIDA, in rappresentanza dei dirigenti, quadri ed alte professionalità -ribadisce Ambrogioni – è costretta a ricordare di essere coerentemente contro i privilegi e le tante rendite che ancora esistono nel Paese, ma anche a difesa di chi ha versato per anni onerosi contributi previdenziali e che ha il diritto di percepire quanto accantonato. Senza il timore di vedersi additato come appartenente a chissà quale casta. Né con l’ansia di essere periodicamente chiamato a versamenti vari, genericamente fatti rientrare in una presunta opera di solidarietà. Un reddito da pensione medio e medio-alto, percepito da chi ha operato in aziende, nella sanità, nella scuola, o nella pubblica amministrazione, con incarichi di responsabilità – spiega il presidente della CIDA – è alimentato dai contributi, spesso di importo elevato, versati per l’intero arco della vita lavorativa. I privilegi ‘dorati’ sono altri e appartengono ad altre categorie.
Il discorso del Papa sul lavoro che scarseggia, sulle speranze dei giovani e le aspettative degli anziani, va colto nella sua essenza profonda. Che consiste nel richiamo, per usare le parole di Francesco, ad un ‘nuovo patto sociale’, in cui il ruolo dello Stato tanto più sarà efficace, quanto più il sindacato sarà in grado di superare gli attuali modelli comportamentali e sappia evolversi, migliorando.
CIDA ha sempre sostenuto i vantaggi dell’economia reale rispetto alle ‘lusinghe’ di quella finanziaria. Ha sempre considerato l’investimento e l’impegno di medio-lungo termine nell’industria, nettamente preferibile al ‘mordi e fuggi’ di tanta finanza ‘allegra’. Ha continuamente messo la persona al centro della sua politica e delle sue iniziative, insistendo su criteri di scelta e di selezione basati sul merito, sulla competenza. L’etica del lavoro e nel lavoro è nel Dna dei manager. Quindi le parole del Santo Padre sono da sottoscrivere, senza se e senza ma”, ha concluso Ambrogioni.