La CIDA è al tavolo della Presidenza del Consiglio dei Ministri per contribuire a definire le pratiche innovative per la conciliazione vita-lavoro promosse dall’applicazione della Legge 81/2017 sul cosiddetto “Lavoro Agile”. Si è riunito il 5/06 il “Network nazionale di attori strategici” con lo scopo di stimolare un confronto fattivo sul tema, al fine di rafforzare le precondizioni per l’inserimento dei lavoratori pubblici in percorsi di sperimentazione del lavoro agile.
Nel corso dell’incontro si sono ribadite le linee di azione del progetto, che vanno dall’analisi conoscitiva delle esperienze in tema di “lavoro agile” alla realizzazione di progetti pilota per la sperimentazione di percorsi di smart working nella PA. Trai compiti dei componenti del network ci sarà quello di fornire, nell’ambito delle proprie competenze, dati ed informazioni utili all’efficace realizzazione degli interventi progettuali.
Nel commentare una sintesi dello scenario internazionale sullo smart working presentata dal Politecnico di Milano, Guelfo Tagliavini, in rappresentanza di CIDA, ha espresso qualche perplessità in ordine alle percentuali di applicazione delle nuove modalità di lavoro soprattutto considerando l’esigua attuazione di detti criteri proprio nell’ambito della PA locale e centrale. Tagliavini ha auspicato che il gruppo di lavoro, nominato per decreto, possa rappresentare un utile strumento per imprimere un’accelerazione significativa nell’applicazione di modalità innovative di lavoro archiviando, rapidamente, le fasi di sperimentazione. Sarà imperdonabile non riuscire a lasciare alle prossime generazioni un moderno modello lavorativo che sia basato non più sulla sola presenza sul posto di lavoro bensì sui risultati e sulla qualità dell’attività svolta. Non sarà un caso che, anche su questo importante tema che coinvolge lavoratori, imprese (pubbliche e private) e Società siamo il fanalino di coda a livello europeo. A questa situazione ha certamente contribuito il forte ritardo nell’attivazione di investimenti destinati alla digitalizzazione del Paese ed ai conseguenti e necessari piani di formazione. Ora, ha proseguito Tagliavini, anche in ragione di una flebile ma presente ripresa economica del nostro Paese, sarebbe ingiustificabile la creazione di un’ulteriore frattura tra l’economia del comparto privato, trainata dal Piano Impresa 4.0 ed una PA che non sia in condizioni di agganciare e fare propri i criteri innovativi che regolano i nuovi modelli di business.
Licia Cianfriglia, membro dello stesso Network in rappresentanza di CIDA, in virtù dell’appartenenza al mondo della dirigenza pubblica ha potuto evidenziare col suo intervento la necessità di superare ritardi, resistenze e criticità attraverso attente misure di accompagnamento, monitoraggio, formazione ed informazione del personale coinvolto ed anche del resto del personale delle amministrazioni, prime tra tutte le figure apicali che saranno punto di riferimento per i lavoratori in smart working. Si tratta, ha sostenuto, della necessità di favorire un profondo cambiamento culturale oltre che organizzativo, evitando con decisione il rischio che la modalità di lavoro agile possa essere ritenuta semplicemente una misura da riservare a categorie di lavoratori, o ancor peggio in maggioranza di lavoratrici, già in difficoltà per problemi certificati di salute o per delicate situazioni familiari. Ciò tradirebbe il carattere peculiare e trasformativo del modello, che deve essere invece lo strumento per migliorare la vita personale e lavorativa e al tempo stesso per aumentare la performance individuale e organizzativa, consentendo il pieno sviluppo delle potenzialità professionali. Un tale risultato potrà essere raggiunto, ha concluso Cianfriglia, attraverso il definitivo superamento della logica dell’adempimento, in favore di un deciso orientamento al risultato, unito ad una concreta misurazione e valutazione delle performance, che è la vera sfida per l’innovazione del settore pubblico e per il raggiungimento progressivo di adeguati livelli di efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa.
Il prossimo adempimento formale del network nazionale sarà quello della definizione di un Protocollo di Intesa tra i componenti che potrà essere replicato a livello locale nelle sedi di realizzazione delle singole sperimentazioni.