“La riforma delle pensioni che il Governo vuole realizzare, deve tener conto sia delle istanze presentate dalle parti sociali, sia del contributo offerto dagli esperti: oggi il settimo rapporto di Itinerari Previdenziali dice chiaramente che la nostra spesa pensionistica è in linea con gli altri Paesi occidentali, mentre quella assistenziale è fuori controllo, senza migliorare il welfare, né ridurre le sacche di povertà. Ci auguriamo che il legislatore ne tenga conto”. Lo ha detto Mario Mantovani, presidente di CIDA commentando i dati elaborati dal centro studi presieduto da Alberto Brambilla.
“Nel 2018 la spesa pensionistica ha raggiunto i 225,6 miliardi, sostanzialmente in linea con i 220,8 mld del 2017; sempre più insostenibile appare invece il costo delle attività assistenziali a carico della fiscalità generale: 105,6 miliardi di euro nel 2018, con un tasso di crescita annuo dal 2008 pari al 4,3%. Un attento monitoraggio della spesa assistenziale, anche attraverso l’istituzione di un casellario centrale, e il contrasto dell’evasione fiscale e contributiva – ha aggiunto il presidente di CIDA – appaiono quindi fra le questioni più urgenti ai fini della sostenibilità del sistema.
“Altrettanto significativa è la critica rivolta a ‘Quota 100’, un meccanismo costoso, di durata limitata, indirizzato ad una platea ristretta, e destinato a lasciare una pesante eredità in termini di squilibri e diseguaglianze fra i lavoratori. Ecco perché come CIDA insistiamo sulla necessità di intervenire sulla flessibilità in uscita dal lavoro e poter accedere alla pensione senza le rigidità della legge Fornero e con un’apertura verso il possibile utilizzo, nel mondo del lavoro, delle competenze e della professionalità dei pensionati. In questo modo si dà corpo e sostanza alla teoria della ‘silver economy’ senza relegarla a tema di convegni, ma rispettando la dignità delle persone e riuscire a trovare strade inedite di crescita del reddito complessivo del Paese.
“Condividiamo infine il richiamo, fatto da Itinerari Previdenziali, alla necessità di trovare adeguate forme di sostegno alle future pensioni dei giovani, alle prese con un mercato del lavoro fatto di carriere discontinue. Un sistema contributivo nuovo, che immaginiamo si colleghi sempre di più al ‘secondo pilastro’ della previdenza complementare che va rafforzato e reso più agibile anche a chi è da poco entrato nel mondo del lavoro”, ha concluso Mantovani.