“Il laboratorio-pensioni dell’attuale maggioranza ha sfornato una nuova formula sul contributo di solidarietà, lasciandone inalterato lo spirito punitivo e discriminatorio ai danni di una sola categoria e commettendo un ulteriore errore nelle stime dell’incasso previsto, perché il prelievo causerà perdita di gettito fiscale”. E’ quanto dichiara Giorgio Ambrogioni, Presidente CIDA, commentando l’ultimissima versione dell’emendamento che introduce un prelievo sulle pensioni di importo medio-alto. “Apprendiamo che gli apprendisti stregoni che si stanno dedicando alla materia previdenziale, hanno elaborato un nuovo emendamento alla legge di bilancio. Restiamo nel campo delle ipotesi, perché non vi è ancora nulla di ufficiale, ma purtroppo ogni nuovo testo è peggiorativo di quello che va a sostituire.
“Nell’ultima versione, il contributo di solidarietà ha una durata di cinque anni e si articola su cinque fasce, a partire da 100mila euro lordi l’anno (5mila al mese al netto dell’Irpef e senza considerare le addizionali comunali e locali). Il taglio è del 15% sulla parte di assegno superiore a 100mila euro e fino al 130mila, del 25% sulla parte compresa tra 130mila e 200mila, del 30% tra 200mila e 350mila, 35% tra 350 e 500mila euro, del 40% oltre i 500mila euro. Non solo, ma nel testo non c’è più traccia di un bilanciamento del prelievo che tenga conto della componente retributiva o contributiva dell’assegno, il che potrebbe tradursi in un taglio orizzontale sull’intera fascia reddituale calcolata nello scaglione.
“Insomma – ha aggiunto il Presidente CIDA – si conferma l’obiettivo di voler incassare una certa somma prefissata ai danni di una ben individuata categoria di pensionati, che vengono prima denigrati sui mass media e sui social e poi danneggiati nel loro reddito con uno ‘scippo’ imbellettato da giustificazioni egualitarie.
“Inoltre, poiché l’arroganza spesso si accompagna con l’ignoranza, chi ha scritto l’emendamento in questione, probabilmente non si è preoccupato di calcolarne gli effetti fiscali. Ovvero, se con questo prelievo si riduce il reddito imponibile, anche il relativo gettito subirà una decurtazione. Quindi, alla fine, lo Stato incasserà molto meno di quanto stimato. Secondo uno studio pubblicato sul ‘laVoce.info’, l’aliquota marginale d’imposta dell’Irpef su queste pensioni è del 43%: il contributo di solidarietà andrebbe ad erodere base imponibile all’imposta personale proprio in proporzione a quell’aliquota e questo incide sulle entrate nette. Così l’effetto finale di questa palese dimostrazione di incompetenza sia economica, sia legislativa è che si incassa il contributo, ma si riduce il gettito Irpef”, ha concluso Ambrogioni.