Nella giornata di ieri CIDA ha partecipato agli Stati Generali dell’Economia.
Ad inizio lavori il Presidente Conte ha sottolineato la necessità di affrontare con piglio nuovo questa situazione anomala, per la quale sono state stanziate risorse che nessun Governo precedente ha mai avuto a disposizione.
A suo avviso l’incontro con tutte le componenti della società italiana si rende necessario per effettuare un cambiamento profondo del Paese: il confronto serve a trasformare la sfida in un’opportunità.
Ha quindi presentato il piano “Progettiamo il rilancio”, ed ha chiesto ai presenti di predisporsi al dialogo, di essere partecipi del progetto, di fornire suggerimenti concreti per arricchirlo e definirlo meglio e per declinare le priorità.
“Il Covid 19 ha causato una brusca caduta del nostro sistema economico-produttivo e per risollevarsi occorre agire tempestivamente, anche dividendosi i compiti: lo Stato intervenga nel pubblico con le risorse e la necessaria forza d’urto (sanità, infrastrutture, scuola); il privato metta a disposizione competenze e professionalità per agire in fretta sulla produzione e sul lavoro, in sicurezza e coerente assunzione di responsabilità” ha detto Mario Mantovani, Presidente CIDA.
“Il Governo ha agito bene nell’emergenza, con tempestività e messaggi chiari. Ma nella preparazione alla Fase 2 sono apparsi momenti di affanno, con segnali a volte confusi e con un eccesso di normazione, spesso di complicata attuazione o fin troppa attenta ai dettagli. Adesso non possiamo permetterci nessun errore, altrimenti la nostra ripartenza rimarrà solo un annuncio e il divario con gli altri Paesi industrializzati potrebbe risultare incolmabile. Serve un cambio di passo e, soprattutto, di metodo.
I manager sono pronti a contribuire alla fattibilità delle proposte elaborate dalla task force guidata da Vittorio Colao, così come sono disponibili a confrontarsi sulle schede programmatiche che il Governo ci ha consegnato. Ma, soprattutto, sono pronti a mettere in campo competenze e professionalità per agire subito nei propri settori e operare il cambiamento di cui il Paese ha bisogno. Gli esempi sono numerosi: dai contratti di lavoro, per cogliere le opportunità offerte dal lavoro a distanza, in un contesto più coeso ed uniforme; alla sanità, ricalibrando le risorse destinate all’assistenza ospedaliera e a quella territoriale, implementando specifici indicatori per definire la spesa sanitaria anche della seconda; alla pubblica amministrazione, con l’innesto di nuove competenze organizzative che portino efficienza a aumentino la produttività della macchina burocratica.
Ci sono poi interventi ancora più urgenti, per i settori che non possono aspettare a causa della crisi pandemica; penso al turismo, all’agricoltura, legati alla stagionalità del ciclo produttivo. Qui occorre agire subito, con la riduzione degli oneri fiscali, con il ricorso alla contribuzione figurativa.
CIDA mette a disposizione del Paese competenza, professionalità e la capacità organizzativa di valutare l’impatto dei provvedimenti allo studio sull’economia e sulla società. Non possiamo permetterci che le misure in cantiere non funzionino”, ha concluso Mantovani.
Nel suo intervento, il Presidente CIDA ha evidenziato inoltre l’ottimo lavoro svolto dai medici del SSN e ambulatoriali, dai dirigenti scolastici e da tutti i dirigenti privati che hanno dato risposte rapide che hanno consentito al Paese di reagire prontamente all’emergenza. Ha criticato l’eccessiva proliferazione di norme, il contrasto con le Regioni e l’Europa, l’assenza di chiarimenti e di confronto con quelle parti sociali rappresentative delle figure manageriali che hanno sostenuto i servizi e le attività pubbliche e private. Ha quindi toccato argomenti più puntuali come smart working, turismo ed agricoltura, PA, investimenti in infrastrutture digitali presentando i suggerimenti e le proposte condivisi con le Federazioni.