“Facciamo nostro il richiamo al senso di responsabilità lanciato dal Governatore della Banca d’Italia, mettendo la nostra competenza e professionalità al servizio del Paese per accrescerne reddito e benessere”: lo ha detto Giorgio Ambrogioni, presidente di CIDA commentando le ‘considerazioni finali’ di Ignazio Visco.
“Mai come in questo momento il ruolo dei ‘corpi intermedi’ ha una valenza non solo economica, ma sociale e politica. Lungi dall’essere superati da una visione fin troppo schematica ed elementare della dialettica democratica – ha aggiunto Ambrogioni – i corpi intermedi, rappresentativi di diritti, interessi e portatori di capacità, intelligenze e spirito innovativo, possono rappresentare la ‘marcia in più’ per sollevare il Paese dal senso di confusione e smarrimento in cui sembra caduto.
“I nostri manager si confrontano quotidianamente sui mercati internazionali e il messaggio che recano è quello di un Paese ambizioso, che vuole essere più competitivo e che ha le capacità intellettuali e morali per affermarsi. Lo dimostriamo, ogni giorno, in Europa con i nostri partner, senza soggezioni né timori reverenziali ma con il riconoscimento del nostro lavoro e del nostro impegno. Questa ‘visione’ l’abbiamo nel nostro Dna e stiamo faticosamente portandola nelle aziende, nelle scuole, nella sanità, nella pubblica amministrazione. E’ una strada in salita, visto che continuiamo a rimanere in fondo alle classifiche internazionali che misurano il ‘merito’ nelle università e nel mercato del lavoro, privato e pubblico. Ma è anche una diretta testimonianza della scelta a ‘non mollare’ sulla strada delle riforme, nel rispetto delle regole del gioco, a non cedere alla tentazione di scorciatoie inesistenti o al velleitarismo di risposte facili rispetto a domande complesse.
“In un momento in cui gli indicatori economici e finanziari sono scossi dall’emotività e dall’incertezza del quadro politico e non già dai fondamentali dell’economia, i manager garantiscono il lavoro di squadra, lo sforzo continuo di migliorarsi e la capacità di redistribuire il sapere e le competenze. Questo senso di appartenenza è un prezioso collante di fronte alle forze centrifughe che stanno minando le nostre stesse istituzioni. Senza volerci sostituire ai partiti, ma consapevoli che stiamo vivendo un passaggio delicato della nostra storia, i corpi intermedi, tutti, devono far sentire la loro voce e mostrarsi uniti nella difesa dei valori costituzionali e repubblicani”. ha concluso Ambrogioni.