Si è svolta il 13 luglio a conferenza stampa di CIDA FVG, ospitata presso la sede dell’Autorità Portuale del mare Adriatico Orientale, durante la quale è stato presentato il progetto “Come prepararsi alle nuove professioni del futuro – Agenda 2030”, realizzato da CIDA FVG insieme ad esperti di settore sulle tematiche generali sul lavoro, la formazione, l’orientamento scolastico, universitario e professionale che riguardano giovani, famiglie, docenti, formatori e manager.
Daniele Damele, Segretario regionale CIDA FVG, ha ringraziato il Presidente Zeno D’Agostino, padrone di casa, e il prof. Alberto Felice De Toni, Docente dell’Università di Udine, per la supervisione eccezionale e gli indirizzi molto specifici volti alla realizzazione del progetto. Damele ha presentato gli ospiti dell’evento: Cosimo Quaranta, rappresentante di CIMO, Clementina Frescura, rappresentante dell’ANP, Maurizio Bressani, componente Gruppo territori CIDA nazionale, Edo Tagliapietra, segretario di Federmanager FVG, Teresa Tassan Viol, rappresentante dell’ANP, e Antonio Girardi, CIDA Veneto.
Damele ha raccontato la nascita del progetto spiegando le ragioni e considerazioni che hanno spinto CIDA FVG a realizzare il documento molto articolato con un’analisi approfondita dell’attuale mercato del lavoro a livello globale che sta attraversando una fase di accelerazione di molteplici fenomeni evolutivi dovuti alla globalizzazione, digitalizzazione & progresso tecnologico, cambiamenti climatici e all’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19. I dati previsionali, basati sui recenti studi, indicano che l’80% delle professioni presenti in Italia muterà quantitativamente nel prossimo decennio. Tra 5-10 anni molti ragazzi di oggi si affacceranno sul mondo dell’università o del lavoro, per questo motivo CIDA FVG ha voluto realizzare questo progetto, fornendo le indicazioni per il futuro delle nuove generazioni.
Nel progetto sono state formulate le proposte sulle azioni migliori da attuare, suddivise in 4 macroaree:
- orientamento scolastico, universitario e professionale – promuovere la modernizzazione del percorso formativo coinvolgendo tutti gli attori essenziali di questo percorso – studiosi, economisti, sociologi, educatori, politici, amministratori, imprenditori e manager;
- dallo smart working al near working – evolvere e disciplinare le nuove modalità del lavoro per la tutela del lavoratore, organizzare al meglio le attività delle imprese, per un mondo più sostenibile e gestibile dal punto di vista sanitario e ambientale;
- reskilling & upskilling sono essenziali come gli strumenti formativi per sviluppare e potenziare le attuali competenze nonché imparare radicalmente quelle nuove per i lavori e ruoli futuri;
- occorre ripartire e garantire subito investimenti per promuovere gli strumenti finanziari agevolati indirizzati prevalentemente a: industria, commercio, servizi, terzo settore legando dette agevolazioni alla creazione di nuovi posti di lavoro.
L’obiettivo dev’essere quello di creare nei prossimi anni un determinante equilibrio tra scuola, università, economia, mondo del lavoro e anche welfare garantendo persone formate alle imprese e alla società intera facendo vivere una vita da protagonisti ai giovani di oggi e di domani che entreranno nel mondo dell’università e del lavoro e che traineranno l’economia della nuova epoca. I giovani devono poter seguire le loro passioni con all’orizzonte prospettive certe basate essenzialmente su digitale, innovazione tecnologica, ambiente, conoscenza delle lingue.
Poi Alberto Felice De Toni ha commentato brevemente il progetto, evidenziando un forte impatto della rivoluzione digitale sul sociale. Oggi le nuove tecnologie aprono nuovi spazi nell’agricoltura, nell’industria e nei servizi, perciò occorre accompagnare nella transizione digitale e creare dei luoghi per fare l’upskilling & reskilling per l’inserimento nelle nuove imprese di lavoro. Abbiamo bisogno di un piano Marshall di riqualificazione digitale.
Il Presidente dell’Autorità Portuale, Zeno D’Agostino, sul tema della prospettiva economica ha evidenziato due filoni di riferimento: la transizione ecologica e digitale. Per mantenere la competitività sul mercato bisogna essere green e più produttivi, perciò si lavora sulla sostenibilità economica, sostenibilità ambientale e quella sociale. Durante la pandemia i manager hanno avuto più tempo per valutare e gestire le situazioni straordinari e creare nuovi scenari per le scelte strategiche. In questo contesto il paradigma di riferimento della portualità sarà diverso: il porto non è più il posto per carico/scarico merci, ma diventa apriporta per le nuove professionalità. Da qui nascono le possibilità maggiori di utilizzo delle innovazioni, per cui serviranno le nuove skills. Ha concluso il suo intervento sottolineando l’importanza della componente umana che caratterizzare meglio gli obiettivi che ci diamo tutti.
Nelle conclusioni finali dell’evento Massimo Melega, Vicepresidente CIDA nazionale, ha detto che “senza le strategie chiari dell’istruzione e formazione non ci sarà un futuro per cui occorre recuperare l’attenzione nella cura delle nuove generazioni, che rappresentano il vero tesoro che abbiamo. Per questo necessitiamo delle risorse umane capaci di porsi con un’ottica di solutori di problemi, maggiore capacità di governare i futuri strumenti tecnologici e non solo. Perciò servono idee, cultura e sperimentazioni.”