Roma, 10 dic. (Labitalia) – “Un’opportunità, unica e irripetibile, se pur nata all’interno di un contesto dolorosissimo come quello della pandemia, per il nostro Paese e a cui i manager vogliono contribuire, ma con chiarezza: noi non abbiamo mai chiesto di stare in una task force, c’è troppa confusione sui ruoli di governance e nei prossimi giorni faremo delle proposte su quello che noi intendiamo debba essere la gestione del Pnrr”. Così Mario Mantovani, presidente della Cida, confederazione delle rappresentanze di manager dei settori pubblico e privato, e da pochi giorni anche presidente di Manageritalia (terziario), è intervenuto all’incontro organizzato a margine dell’Assemblea di fine anno della Cida.
“Prospettive future per il lavoro e misure per la ripartenza”: questo il titolo dell’evento che si è tenuto in diretta streaming sulla pagina Facebook e sul sito di Cida, e a cui hanno partecipato l’economista Azzurra Rinaldi e Monica Parrella, direttrice Hr del Mef. Al centro del dibattito, le competenze necessarie per la ripartenza e le sfide che serviranno per raccordare nei prossimi anni leggi di Bilancio e programmi europei.
“Il Recovery Plan -ha aggiunto Mantovani- prevede l’utilizzo di risorse economiche straordinarie e, inevitabilmente, si interseca con le tematiche più contingenti affrontate nella legge di Bilancio, che è passata quasi un po’ in sordina rispetto ai fondi europei. Ma tutto deve essere finalizzato alla ripartenza e sappiamo che c’è difficoltà a raccordare una gestione ordinaria e una capacità progettuale (già non brillante) con quella richiesta di visione necessaria per la resilienza. Questo raccordo non si vede e se non adottiamo questo metodo, impieghiamo mesi a discutere di task force e intanto sarà passato un anno e il treno della ripartenza sarà fermo in stazione”.
“Bene discutere di questi temi in questi giorni burrascosi -ha detto Azzurra Rinaldi, che insegna Economia Politica all’Università degli studi di Roma Unitelma Sapienza- in cui abbiamo sentito molte informazioni diverse. La legge di Bilancio è passata senza clamore, con un impianto conservativo. Prevede un accenno di riforma fiscale e, per la prima volta, abbiamo in campo un calendario triennale, iniziative legate al Sud (7 miliardi per le agevolazioni al lavoro), un impianto di ristori molto complicato e l’integrazione coi Fondi che arriveranno. Ma sul Next Generation Eu il nostro Paese è ancora in una fase molto dialettica perché non si trova né l’accordo sugli ambiti di intervento né su chi dovrà gestirli (sembra avviarsi al tramonto l’ipotesi di una task force e di 6 supermanager)”.
“Next Generation Eu -continua Rinaldi- è stato pensato come un Piano che va ben oltre la gestione della pandemia ed è un’occasione unica per porre le basi del Paese che vogliamo domani e dopodomani. Ma se il Piano di investimento italiano di recepimento dei fondi rimane così com’è, la perdiamo questa occasione. Dal lato dei pilastri, manca l’istruzione (sì ci sono 47 miliardi in questa grande macro area della digitalizzazione e della cultura ma non è chiarissimo il dettaglio) e anche la salute (9 miliardi perché poi ci sarebbe il Mes). Manca, a mio avviso, ad esempio, un capitolo sulla transizione ad un’economia di cura, in un Paese come l’Italia sempre più vecchio e dove non si fanno bambini”.
“I manager -ha aggiunto Rinaldi- sono la spina dorsale del Paese: raccordano il pubblico col privato, il vertice aziendale col livello operativo: a voi toccherà -ha detto rivolgendosi alla Cida- un grande lavoro”.
Delle competenze che sono e saranno sempre di più necessarie nelle pubbliche amministrazioni, ha parlato Monica Parrella: “Dopo anni di mancato turn over e con il contributo di Quota 100 -ha detto la direttrice delle Risorse Umane del Mef- ci stiamo depauperando di competenze preziose: quest’anno ho firmato 700 pensionamenti. Attualmente nelle pubbliche amministrazioni ci sono molte competenze giuridico-amministrative, mentre quelle di cui abbiamo più bisogno sono le competenze tecniche: ingegneri, informatici, architetti. Ma non saranno solo le hard skills a essere importanti: sempre di più ci sarà una mentalità olistica nel reclutare le nuove risorse. Per cui, assumendo ora quelli che staranno nella Pa nei prossimi 40 anni, occorre puntare molto su soft skills come la capacità di collaborazione in team, la capacità di organizzare, la gestione dei conflitti. Tutte cose che a scuola non si insegnano, per cui ci dovremo porre noi l’obiettivo di allenare queste capacità”.
Una parte dell’incontro è stata dedicata al lavoro femminile. “In Cida crediamo -ha detto Mantovani- che sulla questione del gap quantitativo (in termini di occupate) e qualitativo (in termini di retribuzioni) che le donne scontano sul lavoro in Italia, ci debba essere un’agenda serrata”.
Questo gap, ha commentato Rinaldi, “non solo non è giusto, ma non è un bene per il Paese: stiamo lasciando a casa il 51,4% della popolazione e anche le donne che hanno perso un lavoro stanno cominciando a non cercarlo più. E le risorse nel Pnrr e nella legge di Bilancio sono pochissime”. Su questo non concorda Parrella: “Sono più ottimista: i 4,2 mld del Recovery -ha detto la direttrice Hr del Mef- li considero fondi assolutamente sufficienti (al netto degli asili nido) per poter realizzare obiettivi di parità di genere. Fondi così non si erano mai visti”.
IL VIDEO INTEGRALE DELL’EVENTO: