La riforma fiscale deve essere l’occasione per dimostrare le reali volontà e capacità di fare dell’Italia un Paese più moderno ed efficiente e di rispettare gli impegni presi nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Lo ha detto Mario Mantovani, presidente di CIDA, commentando il documento conclusivo redatto dalle Commissioni Finanze congiunte di Camera e Senato al termine dell’indagine conoscitiva sulla riforma fiscale. Un documento sulla base del quale il Governo dovrà presentare alle Camere un disegno di legge delega sulla riforma fiscale entro il 30 luglio.
“CIDA ha contribuito ai lavori delle Commissioni, con audizioni e testi per rappresentare le posizioni dei dirigenti e dei professionisti, ma anche per suggerire un progetto di riforma di ampio respiro, che tenga conto dei numeri, delle analisi scientifiche e non delle suggestioni ‘populiste’. Le cifre, convalidate dai centri di ricerca quali, ad esempio, ‘Itinerari previdenziali’ ci dicono che negli anni recenti la pressione fiscale si è accresciuta notevolmente soprattutto sulle fasce di reddito medio-alte: nel periodo che va dal 2008 al 2019 il prelievo (Irpef + addizionali regionali e locali) è aumentato per i dirigenti e per i quadri rispettivamente del 2,3 e 2,5%, ed è diminuito per gli impiegati e gli operai rispettivamente del 20,7 e 48%. L’incidenza di Irpef e addizionali sulla retribuzione imponibile, cioè l’aliquota media, è salita dal 2008 al 2019 dal 38% al 38,9% per i dirigenti, dal 32,2% al 33% per i quadri, mentre è scesa dal 20,9% al 16,6% per gli impiegati e dal 15,7% all’8,2% per gli operai. Le cifre diventano poi allarmanti quando ci dicono che oltre il 49,29% degli italiani sembrerebbe non aver reddito, risultando quindi, a carico nella media nazionale”.
“Obiettivo del legislatore deve essere quello, in primis, di tutelare le categorie meno abbienti – ha spiegato il presidente di CIDA – ma senza colpire i redditi da lavoro medio-alti, già tartassati. E’ del tutto evidente che occorre innescare una vera e strutturale crescita dell’economia, senza la quale i redditi resteranno fermi o, addirittura, scenderanno e ogni anno si ripresenterà il problema di una spesa pubblica difficilmente sostenibile e di una pressione fiscale elevata e concentrata su pochi cittadini, con il rischio di compromettere la tenuta complessiva del welfare state. Le proposte che CIDA ha presentato al Parlamento vanno proprio nella direzione di impostare una riforma del fisco organica e strutturale superando la nociva prassi dei provvedimenti-tampone. C’è poi l’ambizione di voler restituire alla politica fiscale il ruolo di strumento destinato a sostenere il mercato, incentivando la crescita e correggendo le diseguaglianze, invece di usarlo soltanto come fonte di prelievo e alimentazione di una spesa pubblica non sempre produttiva”, ha concluso Mantovani.