Si torna a parlare di riforma fiscale, finalmente. Si rimette sul tavolo delle cose concrete il problema della pressione fiscale che grava troppo su alcune categorie (lavoratori dipendenti e pensionati, in primis) e poco o nulla su altre. Un problema enorme, finito nel dimenticatoio o toccato in modo sostanzialmente ambiguo con l’escamotage del bonus da 80 euro. Ma la cui soluzione non è più procrastinabile perché il livello del prelievo fiscale è tale da drenare risorse al mercato, scoraggiare l’iniziativa economica ed incoraggiare, al contrario, evasione ed elusione. Le cronache ci riportano di convegni sull’Irpef, si leggono dotti editoriali su come impostare una revisione del fisco per renderlo più equo ed efficiente, si pubblicano ricerche che analizzano quanto l’attuale sistema sia produttore di sperequazioni, diseconomie e vere e proprie ingiustizie sociali.
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