“È giusto celebrare i 50 anni dello Statuto del lavoro e ricordarne lo spirito riformatore e progressista: ma è proprio su questi principi che si devono superare rigidità obsolete e tentazioni dirigistiche per gettare le basi di nuove regole per organizzare il lavoro che cambia”: lo ha detto Mario Mantovani, presidente di Cida, in occasione del cinquantenario della legge 300/70. “In questi anni le delocalizzazioni produttive, la flessibilità a volte esasperata e una precarietà sempre più pervasiva, avevano già mostrato l’impossibilità per la legge del 1970 di risolvere i nuovi problemi del mondo del lavoro e del sindacato. L’emergenza provocata dal Covid-2019 con il lockdown di gran parte del sistema produttivo e l’uso forzato dallo smart working – ha aggiunto il presidente di Cida – hanno reso più urgente un profondo ripensamento delle regole che disciplinano i rapporti di lavoro. È l’occasione giusta per aprire una nuova stagione contrattuale, che superi la distinzione tra lavoro dipendente e autonomo, entrambi in evoluzione verso il lavoro ‘organizzato’. Se viene meno la centralità del luogo e dell’orario di lavoro, perché dovrebbero rimanere disparità così profonde nel welfare e nella flessibilità organizzativa? Regolando compiutamente lo smart working dobbiamo provare a superare alcune rigidità del mondo del lavoro e, soprattutto, la ‘concorrenza’ contrattuale, fiscale e previdenziale tra categorie e professioni. Condivido pienamente l’affermazione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, secondo il quale “senza diritto al lavoro e senza diritti nel lavoro non ci può essere sviluppo sostenibile”. Ecco perché la rappresentanza sindacale deve riprendere il centro della scena: il sindacato ha un ruolo fondamentale in questa fase di trasformazione. Occorre però trovare le idee guida che ne rendano visibile la leadership. Il lavoro organizzato può essere una di queste, ma anche l’estensione del welfare contrattuale e un’attività di supporto molto vicina agli iscritti. È il momento di realizzare il vero ‘sindacato a km.0’, anche attraverso l’uso di tecnologie di connessione a distanza”, ha concluso Mantovani.
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