Il presidente dell’organizzazione dei manager pubblici e privati richiama alla improrogabilità di avere certezze di scopi, tempi e modi per ripartire davvero
Viviamo in un Paese che non parte mai, che affonda ogni giorno, che continua a rifiutare un approccio basato su organizzazione, managerialità, tecnologia: l’Italia non riesce ad uscire da uno stato che da emergenza è diventato sospensione e poi incertezza, assenza di movimento in una chiara direzione. Questo l’incipit di una lettera aperta che Mario Mantovani, presidente di CIDA, la confederazione dei dirigenti e delle alte professionalità, ha indirizzato al Presidente del Consiglio per denunciare la grave situazione di immobilismo del Paese che, invece, ha immediata necessità di un cambio di passo, per affrontare la doppia crisi pandemica ed economica. “Anche noi parti sociali fatichiamo a portare un contributo concreto. Ogni proposta viene gentilmente accolta, garantendo che molto verrà fatto, che ogni realizzazione è imminente. Ma alle domande – da chi e come? – non giungono mai risposte.
“I nostri medici – prosegue la lettera – sono in attesa di capire con quale organizzazione, dotazione di personale, turni, priorità debbano essere somministrati i vaccini. I nostri dirigenti scolastici sono in attesa di capire se potranno riaprire le scuole, con una visione di medio termine di combinazione didattica in presenza e a distanza, o se dovranno attendere ogni settimana un DPCM con regole e dettagli sempre nuovi. Se ci sarà modo d’intervenire sui trasporti pubblici e in quali sedi di dialogo e di programmazione. Interi settori del Paese, fondamentali come il turismo, la cultura, lo sport, la ristorazione, l’ospitalità, il tempo libero, i trasporti sono stati considerati non essenziali e condannati di fatto a una ‘serie B’, in cui l’unica prospettiva per i prossimi mesi sono somme a ‘ristoro’ delle perdite e timide concessioni di riapertura, per pochi giorni ogni volta. In altri settori si attende di comprendere come riorganizzare le aziende, con quali strumenti e ammortizzatori sociali”.
Una situazione divenuta intollerabile in vista del Next Generation EU, che impegna il Governo al varo del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), un’occasione irripetibile per riprendere la strada della crescita e dello sviluppo. “Nelle scorse settimane – si legge nel testo – abbiamo animato un dibattito sui contenuti organizzativi del Piano, al quale hanno contribuito numerosi esperti, ma che non ha modificato le priorità governative. Siamo sempre pronti ad avviare un dialogo sui contenuti organizzativi e manageriali, ambito proprio della nostra rappresentanza. Ancora una volta chiediamo alla politica di puntare sulle competenze disponibili nel nostro Paese, di chiamare a raccolta manager ed esperti nei diversi campi, di organizzarne il contributo, di concentrare le energie su sanità, istruzione e pubblica amministrazione, di comporre un quadro chiaro di regole, con una visione a medio termine, che consenta alle imprese di ogni settore di riorganizzarsi e riattivarsi.
“Il 2 maggio 2020 siamo scesi virtualmente in piazza: la ‘Maratona con i manager’ ha alimentato una speranza che ogni giorno si affievolisce. Purtroppo, temiamo seriamente che altre piazze s’infiammeranno a breve, in assenza di un deciso cambio di passo. Lo spirito con cui dobbiamo affrontare il 2021 – sottolinea il presidente di CIDA – è perfettamente rappresentato nelle parole del Presidente Mattarella: “La sfida che è dinanzi a quanti rivestono ruoli dirigenziali nei vari ambiti, e davanti a tutti noi, richiama l’unità morale e civile degli italiani. Non si tratta di annullare le diversità di idee, di ruoli, di interessi, ma di realizzare quella convergenza di fondo che ha permesso al nostro Paese di superare momenti storici di grande, talvolta drammatica difficoltà.”
“Perché vi sia convergenza occorre movimento, il tempo delle false partenze è esaurito”, conclude Mantovani.