“Finalmente il buon senso sembra prevalere sugli slogan: il ricalcolo contributivo sulle pensioni medio-alte non è tecnicamente percorribile e, così come è stato annunciato e proposto nella proposta di legge Molinari-D’Uva, è iniquo ed incostituzionale”: lo ha detto Giorgio Ambrogioni, presidente di Cida, la confederazione dei dirigenti e delle alte professionalità, commentando quanto riportato dal quotidiano ‘la Repubblica’. “Non possiamo che condividere la tesi contenuta nel documento anticipato dal quotidiano. L’analisi elaborata dal centro studi autonomo ‘Itinerari previdenziali’ sugli effetti dell’ultima iniziativa legislativa sulle pensioni – spiega Ambrogioni – coincide ed amplia quanto sostenuto da Cida, che aveva interpellato economisti e giuristi per confortare le proprie tesi. Non solo il cosiddetto ricalcolo contributivo è tecnicamente impraticabile per carenza o mancanza dei dati previdenziali necessari, ma la soluzione prospettata nell’articolato governativo appare giuridicamente insostenibile perché mette insieme retroattività, coefficienti stimati e calcoli presunti.
“Nella nostra azione sindacale a difesa del trattamento pensionistico di dirigenti e manager (cui si sono aggiunti magistrati, diplomatici, militari, professionisti) abbiamo denunciato gli aspetti velleitari della proposta fortemente sponsorizzata dal ministro del Lavoro, Di Maio, e ne abbiamo dimostrato le palesi carenze tecniche, l’incongruenza giuridica e la strumentalizzazione politica ai danni di una parte importante della classe dirigente di questo Paese. Lo abbiamo fatto ‘a viso aperto’, chiedendo a più riprese un incontro con il ministro per spiegare ed argomentare le nostre tesi. Richieste finora rimaste senza risposta.
“Voltiamo pagina, allora, e apriamo un confronto leale fra Governo e chi rappresenta diritti ed interessi di importanti categorie professionali. I cosiddetti corpi intermedi non vanno demonizzati, né ghettizzati, ma ascoltati ed apprezzati al di fuori di pregiudizi lobbistici. Sta emergendo l’ipotesi di un contributo di solidarietà sulle pensioni medio-alte per recuperare risorse da destinare ad interventi nel welfare e nell’assistenza. Diciamo subito che tale scenario non ci piace affatto, visto che le nostre categorie di pensionati hanno già dato in termini di contributi di solidarietà e blocchi della perequazione. Però siamo disponibili a sederci attorno ad un tavolo e a discutere se la proposta viene sostenuta da un contesto politico convincente e da un’impalcatura tecnica sostenibile.
“Altra sarebbe la nostra reazione se si volesse testardamente insistere sulla via dell’imposizione di un ricalcolo contributivo delle pensioni, basato sul pregiudizio e su quella ‘caccia alle streghe’ mediatica che è si è voluta costruire con il trucco delle pensioni d’oro”, ha concluso Ambrogioni.