“In Italia ci sono imprese che hanno vinto la sfida dell’internazionalizzazione, ma hanno bisogno di un quadro normativo certo per consolidarsi e ci sono territori che possono uscire dalla recessione, ma hanno bisogno di colmare il gap produttivo ed infrastrutturale: questo chiede il Paese alla politica e non le liturgie partitiche che stanno caratterizzando questi due mesi post-elettorali”. Lo ha detto Giorgio Ambrogioni, Presidente di CIDA.
“Come rappresentanti dei manager e dei dirigenti italiani – spiega Ambrogioni – abbiamo mantenuto un profilo basso dopo il 4 marzo, fiduciosi che in tempi accettabili avremmo avuto un nuovo esecutivo con cui confrontarci e affrontare al meglio gli impegnativi appuntamenti economici dei prossimi mesi. Non ci appassionano le schermaglie fra i partiti e preferiamo ragionare sulle cose da fare.
“Ad esempio, consentire alle centinaia di imprese che hanno saputo affrontare e vincere la sfida dei mercati internazionali (come e meglio dei partner europei) di consolidarsi, accrescere le proprie dimensioni, quotarsi in borsa, reperire il personale adeguato grazie ad un mercato del lavoro efficiente, dotarsi dei capitali necessari. Funzioni tipicamente e squisitamente manageriali che Cida coltiva da sempre e con un network di competenze in grado di intervenire a supporto delle aziende che ne necessitano. Ma tutto questo richiede una normativa adeguata, flessibile e capace di aiutare queste imprese, non di ingabbiarle in vecchi e nuovi ‘lacciuoli’ burocratici.
“Altro esempio: la nostra esperienza sul territorio ci ha dimostrato quanto sia più faticoso portare avanti iniziative di alternanza scuola-lavoro o di formazione professionale nel Mezzogiorno. Cida ha investito in questi progetti a livello nazionale, fornendo gratuitamente tutor e firmando un apposito protocollo con il Miur. Ma serve un impegno maggiore della componente pubblica: senza un efficiente legame fra le aule scolastiche e le imprese, come faranno i giovani meridionali ad entrare nel mondo del lavoro? Altro quesito per la politica, che resta tuttavia inascoltato mentre le delegazioni dei partiti salgono e scendono dal Quirinale.
“La prossima settimana inizieranno le consultazioni sul Def da parte delle Commissioni speciali di Camera e Senato: ci auguriamo di poter parlare in quelle sedi, come faranno le associazioni datoriali ed i sindacati, ed esporre al nuovo Parlamento i nostri progetti e le priorità sulle cose da fare per non lasciarci sfuggire i fermenti di ripresa economica presenti nel Paese. Non vogliamo sostituirci alla politica, ma abbiamo il dovere di rappresentare la nostra realtà, fatta da dirigenti e manager che vivono ed operano nelle imprese, nelle scuole, negli ospedali e nella pubblica amministrazione. Una testimonianza in grado di fornire il quadro dei problemi veri e, spesso, le soluzioni per risolverli”, ha concluso Ambrogioni.
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