“Con un manager l’azienda va meglio e ancora meglio con un giovane laureato che va a implementare ciò che il manager ha immaginato”. Ruota attorno a questo assunto il progetto di CIDA per aiutare la ripresa economica delle piccole imprese della Valnerina colpite dal terremoto del 2016.
I risultati sono stati illustrati il 4 dicembre a Perugia in un convegno a palazzo Donini, sede della Giunta regionale dell’Umbria. L’idea promossa dalla Confederazione è stata avviata in collaborazione con il dipartimento di Economia dell’Università di Perugia.
Alcuni dirigenti provenienti da tutta Italia sono stati scelti per svolgere attività di tutoraggio alle dieci aziende che hanno aderito al progetto, appartenenti ai settori agroalimentare e turistico-alberghiero. Queste attività sono state coinvolte in una fase di check-up, volta a rilevare i fabbisogni di competenze e di strumenti manageriali. Poi sono stati avviati una serie di interventi di supporto manageriale volti a colmare i deficit identificati come prioritari. Nel progetto è stato coinvolto anche un gruppo di ricerca in Economia e gestione delle imprese del dipartimento di Economia dell’Università di Perugia per la valutazione dell’efficacia delle iniziative portate avanti.
Nel corso del 2018 CIDA ha attivato degli stage di sei mesi rivolti a neo-laureati in discipline economiche, per supportare le aziende nell’implementazione delle soluzioni individuate durante la fase di tutoraggio. “Uno dei maggiori successi – ha spiegato Roberto Saliola, responsabile del Progetto – è stato l’aver avvicinato alla figura di manager delle micro aziende a conduzione familiare che per struttura, dimensioni e abitudini non avevano familiarità con questo tipo di professionalità”.
“Grazie alle abilità e alle competenze di manager e neolaureati si è instaurato un rapporto di fiducia”, ha raccontato Francesco Rizzi, docente di Economia e gestione delle imprese dell’Università di Perugia. L’assessora regionale Fernanda Cecchini ha espresso grande apprezzamento per l’iniziativa “che non porta soldi, ma un lavoro utile e concreto – ha sottolineato – per accompagnare il territorio in una fase in cui è necessario guardare al futuro, consentendo alle aziende di restare sul territorio”. Della stessa idea anche uno degli imprenditori beneficiari del progetto, che ha riportato la sua esperienza positiva: “Non dare del pesce a chi ha fame ma insegnare a pescare. Questo è ciò che ha fatto CIDA”, ha affermato.
Il vicepresidente CIDA, Luigi Catalucci, ha sottolineato “la volontà di mettere a disposizione le best practices della managerialità per la crescita dei territori”.