“L’ipotesi di introdurre un contributo di solidarietà sulle pensioni medio-alte, forse risolve il primo problema contenuto nel previsto intervento di ricalcolo contributivo, quello di palese incostituzionalità del meccanismo retroattivo. Ma resta aperta la seconda questione, relativa all’ammontare del gettito previsto: per recuperare un miliardo di euro di quale entità sarà questo contributo e verso quale platea di percettori di reddito pensionistico sarà indirizzato?”. Lo ha detto Giorgio Ambrogioni, Presidente CIDA, commentando le affermazioni della capogruppo della Lega in Commissione Lavoro della Camera.
“Oggi la parlamentare del Carroccio, Laura Murelli, ha sostanzialmente ammesso quello che CIDA sostiene da tempo: il ricalcolo con il metodo contributivo di cui sta discutendo la Commissione Lavoro della Camera, fa acqua da tutte le parti, sia per la sua incoerenza tecnica, sia per gli evidenti aspetti di incostituzionalità. La soluzione, a quanto sembra di capire – prosegue il Presidente di CIDA – è quella di un ‘contributo di solidarietà’ sugli assegni pensionistici ‘sopra i 4.500 euro’. Ma è tutto ancora avvolto nella nebbia, visto che, ammette la stessa Murelli parlando con le agenzie di stampa, ‘la soluzione tecnica ancora non è stata messa a punto e arriverà nel corso dell’esame della manovra alla Camera, come emendamento alla legge di Bilancio’.
“Insomma, altra confusione per il popolo dei pensionati diventato bersaglio preferito di autorevoli esponenti dei partiti e dello stesso Governo. La recente storia economica, purtroppo, è piena di contributi di solidarietà e di blocchi perequativi chiesti sempre alle stesse classi di percettori di reddito, strada resa facile per il fatto di essere contribuenti onesti e chiaramente indicati negli elenchi dell’Inps e dell’Agenzia delle Entrate. Da parte nostra, nel corso di audizioni parlamentari, convegni e comunicati stampa, abbiamo sempre sostenuto di essere contrari a forme surrettizie di ricalcolo dei redditi da pensione, per l’evidente irrazionalità ed incostituzionalità di un meccanismo presuntivo e discriminante.
“Al contrario, per lo spirito di solidarietà e il senso civico che abbiamo testimoniato in molteplici occasioni, ci siamo resi disponibili a discutere di possibili interventi di solidarietà nei confronti di chi ha meno ed è in difficoltà, pur consapevoli che tale compito ricadrebbe nell’ambito della fiscalità generale. Abbiamo però posto due condizioni, quella dell’equità del provvedimento e della sua condivisione nella fase di elaborazione. Condizioni che ribadiamo nel momento in cui questa ipotesi sembra farsi strada fra i balbettii e le contraddizioni del dibattito politico“, ha concluso Ambrogioni.