Il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha tracciato un quadro preciso delle grandi potenzialità di crescita e dei possibili rischi attuativi, contenuti nel Next Generation Ue e nel Pnrr: in particolare condividiamo il richiamo a prepararci adeguatamente alla fine dei sussidi legati all’emergenza e a ‘irrobustire’ finanza e dimensioni delle piccole imprese italiane. Lo ha detto Mario Mantovani, presidente di CIDA, la confederazione dei dirigenti pubblici e privati e delle alte professionalità, commentando le ‘Considerazioni finali’ di quest’anno.
“Come manager dobbiamo affrontare per tempo la tanto attesa fine dell’epidemia e, come ha detto il Governatore delle Banca d’Italia, ‘cercando di evitare di sussidiare imprese chiaramente prive di prospettive, pur garantendo il sostegno a chi è in esse occupato’ e, al tempo stesso, mantenendo il sostegno a chi perde il lavoro. In tal senso – ha aggiunto il presidente di CIDA – apprezziamo il richiamo alla necessità di impostare un moderno sistema di politiche attive, in grado di accompagnare le persone lungo tutta la vita lavorativa, innanzitutto rafforzando la formazione interna alle aziende per consentire alle imprese di poter contare su ‘lavoratori e dirigenti qualificati’. Dalla qualità complessiva del sistema dell’istruzione e di quello della formazione dipende la possibilità di accelerare l’inserimento nel mercato del lavoro e di favorire il miglioramento delle conoscenze lungo l’intera vita lavorativa.
“Altro punto sollevato da Visco e che affronta un problema ben noto ai manager, riguarda lo stimolo a sfruttare l’ampia liquidità disponibile per gli investitori nel mercato dei capitali, colmando il ritardo rispetto alle imprese delle altre principali economie europee. Lo sviluppo della finanza di mercato in Italia richiede comunque la rimozione di vincoli esterni e interni al sistema produttivo fra i quali, come CIDA ha sovente ricordato, la dimensione estremamente ridotta della maggior parte delle nostre aziende, ‘la cui crescita – ha ribadito Visco – è spesso frenata, oltre che da un ambiente poco favorevole alla loro attività, dalla scarsa diffusione di buone prassi gestionali. Il numero di microimprese con livelli di produttività modesti rimane estremamente elevato, mentre è ridotta la presenza di aziende medio-grandi, che pure hanno un’efficienza comparabile a quella delle maggiori economie a noi vicine. La specializzazione in attività tradizionali e la piccola dimensione riducono la domanda di lavoro qualificato, generando un circolo vizioso di bassi salari e modeste opportunità di impiego che scoraggiano gli stessi investimenti in istruzione’.
“Queste riflessioni, formulate con grande autorevolezza dal Governatore della Banca d’Italia, devono indicare la strada da seguire per consentire una crescita robusta e duratura del sistema Paese. Per sfruttare pienamente le ingenti riscorsi del Pnrr, e implementarle ad una nuova stagione di riforme, serviranno coesione e consapevolezza da parte di tutti, politica, istituzioni, parti sociali” ha concluso Mantovani.